Gli ospiti dell'Orto Botanico

Cornelio, l'oca dell'Orto

cornelio.png

Cornelio, l'oca dell'Orto
Cornelio, l'oca dell'Orto

 

Luglio 2020

 

Oggi la nostra attenzione è rivolta a Cornelio!

È uno degli ospiti dell' Orto Botanico di Torino e anche il più longevo!

 

Cornelio è un esemplare di Oca domestica (Anser anser domesticus o Anser cygnoides domesticus) arrivato all’Orto circa 24 anni fa (le oche possono raggiungere addirittura i 40 anni di età).

Ha visto succedersi generazioni di giardinieri che si sono occupati di lui e come tutti noi ha avuto le sue antipatie e le sue simpatie. Inizialmente il suo nome era Ugo, poi qualcuno ha pensato che Cornelio fosse un nome più adatto a lui!

E così è stato...

 

Da molti anni il suo punto di riferimento è Alberto, uno dei nostri giardinieri.

Anche gli altri giardinieri, i nostri volontari e le guide se ne occupano, portandogli i suoi cibi preferiti: erba, insalata, cereali e verdure, anche quando l’Orto è chiuso.

La sua "dimora" è una vasca del giardino: qui dispone di una casetta in legno che gli offre riparo dal freddo, dalla pioggia e dal vento e dove può nuotare o passeggiare sul bordo, sentendosi al sicuro perché protetto dalla siepe.

 

Che tipo di animali sono le oche?

Un tempo, l'oca veniva allevata non come animale da carne, ma come animale “da guardia” e compagnia: è molto leale e affezionata alla persona che riconosce come il suo padrone, tanto da diventare “pericolosamente” protettiva nei suoi confronti.

L’oca domestica è anche facile da addestrare, segue il padrone e comprende molti ordini e si spaventa spesso alla vista di estranei.

 

Che "tipo" è Cornelio?

Anche lui, come tutte le oche, si spaventa: molto spesso risuona nell'Orto il forte stridìo del suo verso per lanciare l'allarme quando le persone si avvicinano troppo alla sua vasca. Non si fa problemi ad allungare il collo attraverso il cancelletto per dare loro una dolorosa beccata!

Per questo chiediamo ai visitatori di non avvicinarsi e non infastidirlo.

 

I giardinieri lo lasciano girare libero per il giardino solo quando l’orto è chiuso ai visitatori (per la loro incolumità) in modo che lui possa consumare, in tutta tranquillità, il suo pasto preferito: l’erba fresca del prato.

Approfitta di queste passeggiate anche per entrare nel dipartimento e andare a trovare Florinda, l'addetta della reception.

 

Come tutte le oche è anche molto geloso. Se passeggia insieme ad Alberto, suo amico, è impossibile avvicinarsi: estende le ali in segno di minaccia, spalanca il becco e inizia a soffiare, pronto ad attaccare!

Ma basta un gesto o una parola di Alberto, per metterlo a tacere, anche quando sta già inseguendo qualcuno che gli si è incautamente avvicinato troppo o ha deciso di fare pranzo in giardino, ignaro della sua presenza.

 

Sciurus carolinensis Gmelin, Scoiattolo grigio

scoiattolo_grigio.png

Sciurus carolinensis, Scoiattolo grigio
Sciurus carolinensis, Scoiattolo grigio

 

Agosto 2020

 

Uno degli ospiti preferiti dai visitatori è lo Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis Gmelin), il più confidente tra gli animali presenti nell’Orto Botanico di Torino, tanto da avvicinarsi in cerca di cibo e da prenderlo direttamente dalle mani dei visitatori.

Soprattutto nel Boschetto, la popolazione ha raggiunto numeri molto elevati, e passeggiandovi si possono sentire i loro versi mentre si inseguono e comunicano tra loro.

 

Per quanto simpatica, si tratta di una presenza controversa che vede da anni contrapporsi gli zoologi e gli ecologi a parte dell'opinione pubblica riguardo la necessità di contenere la popolazione e la sua diffusione in nuovi aree per riuscire a salvare la specie nostrana, lo Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris L.).

 

Da dove arriva lo scoiattolo grigio?

Lo scoiattolo grigio è una specie nord-americana che è stata volontariamente introdotta come animale da compagnia e poi rilasciata o sfuggita in natura o introdotta come “ornamentale” in parchi e giardini, in Gran Bretagna, Irlanda e Italia.

E’ proprio in Piemonte che la specie ha fatto la sua prima comparsa in Italia, a partire dal Bosco di Stupinigi dove è stato rilasciato nel 1948. Analoghi episodi si sono poi verificati a Genova nel 1966, nel novarese nel 1994 e più recentemente in Lombardia e a Perugia.

 

Come si distinguono scoiattolo grigio e scoiattolo rosso?

La distinzione tra le due specie è semplice: lo scoiattolo grigio è decisamente più grande e robusto (la lunghezza del corpo è di 20-30 cm e la coda raggiunge i 25 cm; il corpo dello scoiattolo rosso misura circa 25 cm e la sua coda circa 15-20 cm). Inoltre il grigio non possiede i ciuffi sulle orecchie, tipici dello scoiattolo rosso in autunno e inverno.

Come indicato dal nome, il colore dello scoiattolo grigio è prevalentemente grigio, anche se in estate presenta macchie marroni rossicce. Lo scoiattolo rosso ha un colore variabile che va dall’arancione-rossiccio a un bellissimo marrone scuro.

 

In che modo lo scoiattolo grigio danneggia il rosso?

In vari modi, purtroppo. Uno è la competizione diretta per il cibo: lo scoiattolo grigio più grande e più aggressivo, ha la meglio nel procurarsi il cibo e ne mangia in quantità maggiori, sottraendolo allo scoiattolo rosso. Spesso quest’ultimo subisce anche delle aggressioni da parte del primo, il che gli fa spendere molte preziose energie.

In Gran Bretagna vi è anche un virus (Parapoxvirus o Squirrel Poxvirus) di cui lo scoiattolo grigio è portatore sano e che trasmette allo scoiattolo rosso e che, una volta contratto, muore entro un paio di settimane.

 

Che pericoli comporta la presenza dello scoiattolo grigio?

In Gran Bretagna, dove la specie è stata introdotta già dal 1876, ha comportato la scomparsa dello scoiattolo rosso, ormai relegato in poche aree e con poche presenze diventando una delle specie a maggior rischio di estinzione della nazione.

Si teme quindi che la stessa cosa possa accadere anche in Italia. Inoltre è possibile che dall'Italia lo scoiattolo grigio si diffonda ulteriormente nel resto dell'Europa continentale.

 

In Gran Bretagna causano danni ai boschi e alle piantagioni arboree e arbustive: asportando la corteccia degli alberi per accedere alla linfa, facilitano la penetrazione di insetti e funghi che ne mettono a rischio la sopravvivenza. Anche in Italia sono stati già registrati i primi danni a carpini, pioppi e a coltivazioni di cereali e ai giardini e parchi urbani, dove danneggia alberi e arbusti e scava il terreno distruggendo bulbi, rizomi e radici.

 

Il rischio che la presenza dello scoiattolo grigio porti a estinzione lo scoiattolo rosso è concreto: l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha inserito questa specie nell'elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo, invitando a prendere delle misure di contenimento dell’espansione.

 

Per approfondimenti:

https://bit.ly/scoiattolo-grigio-scheda

https://bit.ly/controllo-diffusione-scoiattolo-grigio

 

Anas platyrhyncos L., Germano Reale

Anas platyrhyncos

Anas platyrhyncos
Anas platyrhyncos

 

Settembre 2020

 

Tra gli ospiti più fedeli dell'Orto Botanico c'è una coppia di germani reali, che viene spesso a nutrirsi nel nostro giardino e ormai da qualche anno nidifica in qualche suo angolo, più o meno nascosto.

Il Germano Reale (Anas platyrhyncos) appartiene alla famiglia degli Anatidi, che comprende oche, anatre, cigni e moltissime altre specie di uccelli acquatici.

Il germano reale è senz'altro la specie più diffusa e più numerosa della famiglia, almeno in Europa.

Questo è, in parte, dovuto al rilascio in natura di animali allevati fatto nei decenni passati a scopo venatorio.

I fortunati che sono sfuggiti all'abbattimento si sono, in genere, ben adattati all'ambiente naturale e si sono riprodotti, andando ad aumentare la popolazione di germani reali selvatici.

 

Dove e quando si riproducono?

In genere per la nidificazione il Germano reale si adatta a una gran varietà di siti, è sufficiente che ci sia dell'acqua a disposizione: paludi, lanche di fiumi, bordi di canali, stagni e laghetti, incolti, risaie, pioppeti, e spesso anche delle piccole raccolte d’acqua in ambiente cittadino, proprio come le nostre vasche.

Nel mese di marzo le femmine depongono 8-12 uova, in genere in un riparo a terra, che covano per 24 giorni.

In quel periodo il maschio resta nei pressi del nido, accompagnando la femmina quando esce alla ricerca di cibo.

Ma il mestiere di mamma è faticoso e la femmina può allontanarsi dal nido solo due volte al giorno, mattino e sera, e stare via per non più di 30-60 minuti!

 

E i pulcini...

I pulcini sono detti “nidifugi”, perché appena 6-12 ore dopo essere usciti dall'uovo sono già in grado di abbandonare il nido, di nuotare e di seguire la madre alla ricerca di cibo! Possono seguirla anche per chilometri se l’acqua è distante dal nido!

 

Dove si possono vedere?

Preferiscono le acque ferme a quelle correnti anche se numerosi esemplari possono essere visti anche nelle acque del Po. Poi, per alimentarsi, spesso si spostano in zone asciutte, nei campi di mais, di frumento e nelle risaie.

 

Quale alimentazione seguono?

La loro alimentazione è molto varia: insetti, molluschi, vermi, girini, foglie di piante, semi..

Curiosità: aumentando l’età, aumenta il consumo di vegetali!

 

Sono animali "sociali"?

Sono animali gregari; il loro comportamento muta a seconda del periodo dell'anno.

Ad esempio si isolano e vivono in coppia solo nel periodo riproduttivo che inizia nel mese di marzo.

A partire dal mese di luglio si riuniscono in grandissimi gruppi in zone tranquille in prossimità di fiumi o laghi e, ad essi, in autunno si uniscono anche gli individui in migrazione verso sud provenienti dal centro Europa.

In realtà questa specie è diventata sempre più sedentaria e spesso rimane tutto l’anno nello stesso posto.

Si ritiene che la popolazione piemontese sia del tutto sedentaria.

 

Come si distinugono il maschio e la femmina?

Il maschio e la femmina, come nella maggior parte degli anatidi, sono ben distinguibili: i maschi hanno la testa e parte del collo di un bellissimo colore verde metallico, bordato in basso da un collare bianco. Il resto del collo e il petto sono bruno-porpora, mentre il corpo è grigio chiaro; caratteristica è la coda, bianca con penne nere centrali a ricciolo.

Le femmine sono difficilmente distinguibili da quelle di moltissime altre specie di anatidi: hanno un piumaggio marrone con striature e macchie nere che consente loro di mimetizzarsi con la vegetazione e di essere difficilmente individuabili da eventuali predatori quando sono in cova nel nido. I giovani somigliano molto alle femmine.

 

Lo sapevate che..

Un carattere che accomuna maschi, femmine e giovani, e che consente di distinguere la specie da altre anatre simili, è una banda viola circondata da bande bianche sulle ali e sulla parte superiore vicina al corpo, ben visibile quando sono in volo.

 

Meles meles L., tasso

Meles meles

Meles meles
Meles meles

 

Ottobre 2020

 

Uno degli ospiti più sfuggenti, che in pochi hanno avuto la fortuna di avvistare, è il tasso (Meles meles), il più grande mustelide presente in Italia.

 

Come si riconosce il tasso?

Il tasso non può essere confuso con altri animali sia per la robustezza sia per il caratteristico muso bianco e appuntito con due grandi strisce nere, che partono dal naso, attraversano gli occhi e terminano dietro le orecchie.

Le sue orecchie sono piccole e tonde mentre il resto del corpo è piuttosto grande rispetto alle dimensioni della testa, ha un colore grigiastro sul dorso e nero sul ventre e sulle zampe. Ha una coda corta e grigia. L’adulto pesa circa 12 kg ed è lungo circa 1 m.

Il maschio e la femmina non si distinguono per l'aspetto e differiscono poco anche nelle dimensioni.

 

Dove e quanto è diffuso?

E’ diffuso in gran parte dell'Europa e dell'Asia, fino alla Cina sud-orientale.

E’ presente in tutta Italia ad eccezione delle isole. È una specie a protezione assoluta, anche se non è ritenuta minacciata di estinzione essendo ancora abbastanza frequente (in alcune regioni del nord Italia veniva cacciata a scopo alimentare).

 

Generalmente vive tra il livello del mare e i 1000 m, anche se si sono trovati individui fino a 2400 m di quota!

Si adatta a diversi ambienti, dai boschi alle praterie alpine, alle zone coltivate di pianura, agli ambienti urbani: fattor comune è che siano presenti aree incolte, siepi, argini fluviali, massicciate ferroviarie dove poter costruire la propria tana.

Questa sua adattabilità ha fatto sì che negli ultimi decenni il tasso sia tornato a frequentare anche la città di Torino, all'interno dei parchi urbani, e quindi anche l’Orto Botanico, dove probabilmente ha anche una tana, nel Boschetto.

La sua presenza nel Boschetto, e da un po' di tempo anche nel Giardino (ha trovato modo di entrare dalla cancellata chiusa!) è rivelata da numerosi scavi nel prato che fa, qua e là, alla ricerca di lombrichi e larve. Scavi che si intensificano in questo periodo, per la necessità di mettere da parte un po' di riserve di grasso in vista della stagione invernale.

 

Quali sono le sue abitudini?

Anche se il tasso è un animale sociale e generalmente vive in gruppi di 3-10 individui che difendono insieme il territorio, l'esemplare che si aggira per l'Orto Botanico sembra essere un animale solitario... ma non ne siamo sicuri, poiché, essendo notturno, raramente è stato avvistato. La sua presenza è ben testimoniata dai danni che crea nel tappeto erboso.

 

Dove vive?

La sua tana consiste in un complesso reticolo di gallerie e camere sotterranee, rivestite con resti di vegetazione, con numerose “porte” verso l’esterno: complessivamente può estendersi anche per 750 mq

Nelle camere il tasso conserva il cibo. Le uscite si riconoscono: sono di circa 20 cm di diametro e hanno un grande accumulo di terra davanti, in cui si possono trovare i suoi peli bianchi e neri. Ma talvolta si trovano anche occupanti abusivi, come le volpi.

Curiosa è l’abitudine di usare delle fosse appositamente scavate per deporvi gli escrementi.

 

Di cosa si nutre?

E’ un onnivoro, che si adatta a mangiare un po’ tutto quello che trova a disposizione: frutti, radici e bulbi, insetti, nidi di api, uova di uccelli e rettili, ma anche piccoli mammiferi e anfibi e resti di animali morti. Il suo cibo preferito sembrano essere i lombrichi.

 

Quando lo si può avvisare?

Tutto l'anno, poiché durante l’inverno non va in letargo, anche se passa più tempo nella tana. Tuttavia è un animale notturno, il che rende difficile il suo avvistamento, a meno che si passeggi in tarda serata o di notte.